TARANTO. RESTAURO E RIQUALIFICAZIONE DEL COMPLESSI DI SANTA MARIA DELLA GIUSTIZIA.
TARANTO. Lavori di Restauro e Valorizzazione del compendio di S. Maria della Giustizia. Progetto offerta migliorativa. 1° CLASSIFICATO
Constatato che il Compendio di S. Maria della Giustizia conserva in gran parte, la percezione delle
ambientazioni originarie (in virtù della dimensione ed articolazione degli spazi esterni pertinenziali,
tutt’ora sufficientemente integri e non alterati dalla massiccia industrializzazione dell’area) l’elaborazione delle proposte migliorative al progetto a base di gara si è posta come obiettivo principale la salvaguardia di tali percezioni ambientali.
Il complesso di Santa Maria della Giustizia è inserito in un sistema territoriale eterogeneo e complesso. Originariamente connesso e integrato nel sistema paesaggistico degli uliveti che lambivano la costa di Taranto, durante gli anni 60 è stato inglobato nelle eterogenee aree industriali, ritrovandosi incorniciata dai serbatoi dell’Agip perdendo definitivamente non solo la dimensione relazionale con il mare ma anche l’identità territoriale che ne aveva determinato la storia.
Il progetto degli spazi esterni parte dalla riflessione sul paesaggio circostante; avendo perso la connotazione originaria non è possibile pensare di ri-connettere il complesso architettonico con l’esterno, ma piuttosto risulta evidente, se non necessario, chiuderlo creando un sistema introiettato verso l’interno creando una fascia di mitigazione / protezione visiva.
Diversamente si è ragionato per le aree interne - i due chiostri - intervenendo con azioni puntuali e minimali per aprire la vista e la funzionalità degli spazi.
Al fine di garantire l’utilizzo delle corti per attività all’aperto come mostre, concerti e spettacoli è stata prevista la conservazione degli elementi significativi ed autoctoni presenti che non ingombrano gli spazi per le finalità d’uso suddette.
Per le aree pavimentate, sempre al fine di salvaguardare le ambientazioni originarie, si sono previsti materiali e tecnologie che permettano di controllare perfettamente il trattamento delle superfici, i cromatismi, le permeabilità, la modellazione dei livelli e contestualmente, non comportano impegni manutentivi.
In particolare, per l’area antistante la Chiesa, si propone una pavimentazione di getto a permeabilità controllata, con finitura superficiale a pietrisco lavato.
La soluzione di pavimentazioni esterne variabili con impasti contenenti pietrischi o terre, consente anche alla D.L. di orientare al meglio le scelte in fase di esecuzione attraverso le campionature che meglio definiscono i tipi di finitura superficiale e le relative cromie.
Non poco rilevante la considerazione che l’uso di terre stabilizzate consente anch’essa la raccolta superficiale dell’acqua piovana, una certa permeabilità ed anche la certezza di non coprire con strati irreversibili o invasivi, un’area che deve essere oggetto preventivamente di indagini archeologiche. Pertanto le previsioni di progetto migliorativo consentono di adeguare le scelte finali anche ai risultati degli scavi archeologici previsti.
L’ala del complesso destinato ad Auditorium e spazi accessori, è una parte dell’immobile dotata di particolari suggestioni architettoniche che si ritiene debbano essere fortemente valorizzate. Pertanto la proposta migliorativa è stata elaborata con l’obiettivo di realizzare un sistema integrato di opere non invasive e completamente reversibili tali da lasciare inalterato l’aspetto architettonico dei luoghi oggetto anche di attento e rispettoso restauro.
In sintesi la proposta prevede in sostituzione della pavimentazione in cotto prevista in progetto, un pavimento ligneo sospeso, leggermente arretrato rispetto alle murature longitudinali, al di sotto del quale correranno le reti elettriche e le tubazioni degli impianti di climatizzazione.
Constatato che il Compendio di S. Maria della Giustizia conserva in gran parte, la percezione delle
ambientazioni originarie (in virtù della dimensione ed articolazione degli spazi esterni pertinenziali,
tutt’ora sufficientemente integri e non alterati dalla massiccia industrializzazione dell’area) l’elaborazione delle proposte migliorative al progetto a base di gara si è posta come obiettivo principale la salvaguardia di tali percezioni ambientali.
Il complesso di Santa Maria della Giustizia è inserito in un sistema territoriale eterogeneo e complesso. Originariamente connesso e integrato nel sistema paesaggistico degli uliveti che lambivano la costa di Taranto, durante gli anni 60 è stato inglobato nelle eterogenee aree industriali, ritrovandosi incorniciata dai serbatoi dell’Agip perdendo definitivamente non solo la dimensione relazionale con il mare ma anche l’identità territoriale che ne aveva determinato la storia.
Il progetto degli spazi esterni parte dalla riflessione sul paesaggio circostante; avendo perso la connotazione originaria non è possibile pensare di ri-connettere il complesso architettonico con l’esterno, ma piuttosto risulta evidente, se non necessario, chiuderlo creando un sistema introiettato verso l’interno creando una fascia di mitigazione / protezione visiva.
Diversamente si è ragionato per le aree interne - i due chiostri - intervenendo con azioni puntuali e minimali per aprire la vista e la funzionalità degli spazi.
Al fine di garantire l’utilizzo delle corti per attività all’aperto come mostre, concerti e spettacoli è stata prevista la conservazione degli elementi significativi ed autoctoni presenti che non ingombrano gli spazi per le finalità d’uso suddette.
Per le aree pavimentate, sempre al fine di salvaguardare le ambientazioni originarie, si sono previsti materiali e tecnologie che permettano di controllare perfettamente il trattamento delle superfici, i cromatismi, le permeabilità, la modellazione dei livelli e contestualmente, non comportano impegni manutentivi.
In particolare, per l’area antistante la Chiesa, si propone una pavimentazione di getto a permeabilità controllata, con finitura superficiale a pietrisco lavato.
La soluzione di pavimentazioni esterne variabili con impasti contenenti pietrischi o terre, consente anche alla D.L. di orientare al meglio le scelte in fase di esecuzione attraverso le campionature che meglio definiscono i tipi di finitura superficiale e le relative cromie.
Non poco rilevante la considerazione che l’uso di terre stabilizzate consente anch’essa la raccolta superficiale dell’acqua piovana, una certa permeabilità ed anche la certezza di non coprire con strati irreversibili o invasivi, un’area che deve essere oggetto preventivamente di indagini archeologiche. Pertanto le previsioni di progetto migliorativo consentono di adeguare le scelte finali anche ai risultati degli scavi archeologici previsti.
L’ala del complesso destinato ad Auditorium e spazi accessori, è una parte dell’immobile dotata di particolari suggestioni architettoniche che si ritiene debbano essere fortemente valorizzate. Pertanto la proposta migliorativa è stata elaborata con l’obiettivo di realizzare un sistema integrato di opere non invasive e completamente reversibili tali da lasciare inalterato l’aspetto architettonico dei luoghi oggetto anche di attento e rispettoso restauro.
In sintesi la proposta prevede in sostituzione della pavimentazione in cotto prevista in progetto, un pavimento ligneo sospeso, leggermente arretrato rispetto alle murature longitudinali, al di sotto del quale correranno le reti elettriche e le tubazioni degli impianti di climatizzazione.