PUTIGNANO (BA) - CONCORSO DI PROGETTAZIONE PER UNA PIAZZA.
La riqualificazione delle piazze Aldo Moro ed Enrico Berlinguer la cui denominazione riporta alla recente storia politica del paese, è un’occasione straordinaria per testimoniare l’avanzamento sociale e culturale della città contemporanea che si impegna e prova a promuovere un futuro di qualità sostenibile per la sua gente ed il suo territorio.
In quest’ottica è necessario che i contenuti dell’intervento di rigenerazione debbano produrre riflessi in diverse direzioni ed in particolare sulla cultura architettonico-ambientale, sull’ economia e sul sociale in rapporto alla qualità della vita.
Le due piazze, pur presentandosi oggi come ambiti distinti e privi di relazioni, oltre che inseriti in un contesto costruito disomogeneo, sono dotate di caratteristiche ambientali, storiche e urbane di primario interesse per la città.
In particolar modo, l’area oggetto del concorso, in relazione al nucleo antico di Putignano, ha rappresentato in passato, il versante più fortemente connotato dal punto di vista paesaggistico perché esposto a mezzogiorno, con affaccio sulla valle circostante e con andamento del suolo terrazzato perfettamente confacente la natura orografica collinare della città; in tempi più recenti, il manifesto di un centro produttivo e attivo nel commercio e nell’ agricoltura, se si pensa alla forte volontà cittadina che ha determinato le trasformazioni successive; ed infine l’azzeramento, dell’unica area verde pubblica a favore di funzioni considerate più al passo con la “modernizzazione” sociale e culturale quali il mercato permanente o temporaneo, il foro boario o la sala convegni.
L’attuale assetto pur rappresentando una soluzione funzionale alle esigenze del tempo a cui risalgono gli interventi, non sembra dare più una degna risposta ai bisogni della comunità. Inoltre, le precarie condizioni statiche delle strutture esistenti su piazza Aldo Moro, come testimoniato dalle indagini mirate commissionate dall’ amministrazione comunale, di fatto parzializzano e limitano in maniera determinante l’utilizzo della suddetta area rispetto alle sue grandi potenzialità di spazio urbano contemporaneo nel cuore saturo della città, giustificando pienamente la decisione di ripensarla totalmente.
La proposta progettuale intende far proprie le caratteristiche intrinseche dell’area interpretando architettonicamente la natura e la conformazione orografica per proporre un nuovo disegno di suolo che attraverso una complessa modellazione, sia del pieno che del vuoto, tenda a favorire la connessione tra le parti e a ristabilire un insieme di rapporti visivi andati persi nel tempo. L’intervento non tiene più le due aree distinte ma configura un unico segno concepito in maniera fluida e non rigidamente inserito, in modo da assecondare i rapporti fra i diversi tessuti urbani (il nucleo antico, l’edificazione di fine Ottocento – inizio Novecento conformato sui dettami murattiani e l’espansione della città del dopoguerra) per i quali l’area assurge a luogo di dialogo e di condensazione di funzioni pubbliche e private.
I concetti chiave dell’idea progettuale sono sintetizzabili nella modellazione del suolo, nell’ articolazione dello spazio urbano attraverso salti e raccordi di quota, nel rapporto visivo e fisico di concatenazione tra le parti, nella concezione dello spazio vuoto (piazza o verde) come spazio costruito al pari degli edifici, nella ridefinizione delle due aree di concorso come spazio unitario pur differenziandole e mantenendole autonome funzionalmente.
In quest’ottica è necessario che i contenuti dell’intervento di rigenerazione debbano produrre riflessi in diverse direzioni ed in particolare sulla cultura architettonico-ambientale, sull’ economia e sul sociale in rapporto alla qualità della vita.
Le due piazze, pur presentandosi oggi come ambiti distinti e privi di relazioni, oltre che inseriti in un contesto costruito disomogeneo, sono dotate di caratteristiche ambientali, storiche e urbane di primario interesse per la città.
In particolar modo, l’area oggetto del concorso, in relazione al nucleo antico di Putignano, ha rappresentato in passato, il versante più fortemente connotato dal punto di vista paesaggistico perché esposto a mezzogiorno, con affaccio sulla valle circostante e con andamento del suolo terrazzato perfettamente confacente la natura orografica collinare della città; in tempi più recenti, il manifesto di un centro produttivo e attivo nel commercio e nell’ agricoltura, se si pensa alla forte volontà cittadina che ha determinato le trasformazioni successive; ed infine l’azzeramento, dell’unica area verde pubblica a favore di funzioni considerate più al passo con la “modernizzazione” sociale e culturale quali il mercato permanente o temporaneo, il foro boario o la sala convegni.
L’attuale assetto pur rappresentando una soluzione funzionale alle esigenze del tempo a cui risalgono gli interventi, non sembra dare più una degna risposta ai bisogni della comunità. Inoltre, le precarie condizioni statiche delle strutture esistenti su piazza Aldo Moro, come testimoniato dalle indagini mirate commissionate dall’ amministrazione comunale, di fatto parzializzano e limitano in maniera determinante l’utilizzo della suddetta area rispetto alle sue grandi potenzialità di spazio urbano contemporaneo nel cuore saturo della città, giustificando pienamente la decisione di ripensarla totalmente.
La proposta progettuale intende far proprie le caratteristiche intrinseche dell’area interpretando architettonicamente la natura e la conformazione orografica per proporre un nuovo disegno di suolo che attraverso una complessa modellazione, sia del pieno che del vuoto, tenda a favorire la connessione tra le parti e a ristabilire un insieme di rapporti visivi andati persi nel tempo. L’intervento non tiene più le due aree distinte ma configura un unico segno concepito in maniera fluida e non rigidamente inserito, in modo da assecondare i rapporti fra i diversi tessuti urbani (il nucleo antico, l’edificazione di fine Ottocento – inizio Novecento conformato sui dettami murattiani e l’espansione della città del dopoguerra) per i quali l’area assurge a luogo di dialogo e di condensazione di funzioni pubbliche e private.
I concetti chiave dell’idea progettuale sono sintetizzabili nella modellazione del suolo, nell’ articolazione dello spazio urbano attraverso salti e raccordi di quota, nel rapporto visivo e fisico di concatenazione tra le parti, nella concezione dello spazio vuoto (piazza o verde) come spazio costruito al pari degli edifici, nella ridefinizione delle due aree di concorso come spazio unitario pur differenziandole e mantenendole autonome funzionalmente.